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Di libertà.
Al confine della tua.  
Nel giardino in gran disordine, di piante e alberi abbandonati
e al  naturale, nel retto  pensare di un sole sovrano…

E di  domanda “dove io sono libero?”
Nel simpatico inchiostro  di vane velleità
o sotto la quercia a dirigere il traffico delle formiche
 e la libertà è una condizione che mi avviluppa
con tentacoli subdoli?
O riconosce  il definire contegni
in  dubbi e scelte legittimati
dall’artista che suonava tronchi di albero
senza cerchi e senza età…?

O privilegio l’ essere comandato  da milizie
di calabroni e percorro il sentiero
con la sacca in spalla e le pietre nelle scarpe
e il plesso solare attorcigliato a  una canna di bambù?
Dove mi è permesso di soddisfare
ogni mio bisogno calpestando
l’erba altrui
e seccando zolle di terra
e piegando le spighe di grano?

O dove mi è permesso di vivere
come uno stelo di iris in un vigneto di uve bianche?

Libertà è un modo di essere,
un confronto tra cielo e terra
e  senso di appartenenza alla naturalezza.

E spaventa
e implica il coraggio di affrontare
l’imprevedibile terra di nessuno,
affrontando l’ombra dei cactus
e i conformismi della piombaggine violazzurra,
incapace di decidere da sola.

Che siano rami di alberi o tuberi in disordine
o vermi dai mille piedi
la libertà di essere  è il frutto
della introspezione
e della  ricerca della autenticità,
guidata dall’amore per la verità e contiene
se stessa
e ora la libertà mi scorre nelle viscere e si fa espansione ….
E RENDE UNICI,
nella culla dell’anima, dove non esiste frantumazione,
per essere interi
in questa vita donata,
causa ed effetto e ragion d’essere.
di  un dharma  appoggiato sul sentiero della consapevolezza.

Sono re e regina sotto l’albero,
per prendermi cura della mia vita.
Viva, intera e infinita.


Da “Pensieri scomposti senza risposta”
©Caterina Oddenino
(i miei pensieri sono un parto del mio cuore e me ne riservo i diritti..)
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“… libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta (Purgatorio, canto I, vv 71-72)
” Le parole sono quelle che Virgilio, parlando di Dante, indirizza a Catone, il quale essendo pagano e suicida, dovrebbe stare fra i grandi spiriti del Limbo nel I cerchio o fra i suicidi nel VII cerchio dell’Inferno, e, invece, lo troviamo come custode del Purgatorio. Questa scelta di Dante, apparentemente strana, può essere spiegata studiando la vita di Catone.

La Piombaggine, o Gelsomno azzurro.

libertà

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