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La bruma della notte

copre il mio volto..

 e nella nebbia si perdono

le ombre

attraverso luci soffuse di abat jour color glicine

nella terra delle speranze spiralose

di papaveri avvolti da mani inquiete.

Da “Pensieri scritti di sera”

©Caterina Oddenino

 

 

 

La mia casa è là, dove il cielo siede sulla cima delle foglie  e dove l’uccello dalle piume di cristallo mi narra le mulattiere ripide del sogno. La mia casa è lì, adagiata in un pianeta che non c’è, senza voci assordanti  e non amo le voci inutili … amo la voce come essenza di vita e porgo l’orecchio a ogni voce e ascolto… voci e colori… e una foto fatta a caso impressa su carta di petali riciclati, traspira beethoveniana memoria  e scintilla di  impazienza e gocce d’acqua rifugio di nuvole assetate  sospese in assemblamento stellare  voci e colori di sentimenti e analisi… e sono stanca…

Da “ Pensieri scritti di sera”

©Caterina Oddenino

 

 

 

Mi sento poeta d’anima non per quello che scrivo o per come lo scrivo, ma per le emozioni vive e intense   che percorrono le  mie giornate, lasciando che le parole si posino sulla carta come fiori di ciliegio, mentre la penna racconta di me.

Da “ pensieri scritti di sera”

©Caterina Oddenino

 

 

Ecco .. Mi guardo e mi riguardo e che dire dell’autostima? Troppa?.. Mi rotolo davanti allo specchio e abbraccio capelli e peonie e tulipani rossi e sono me e vanità e megalomania che corre su fili argentati di luna crescente nella danza delle fate spiraleggianti di azzurro…"""

Da " Pensieri scritti di sera" ©Caterina Oddenino

 

 

Capita di entrare nella stanza buia  e senza fiori e senza pensieri e senza calamaio…

Capita di sedersi sul balcone e godere delle rose e delle ortensie e rimanere ferma a osservare senza emozioni..

Capita di scendere il sentiero delle edere  senza abbracciare le foglie….

Capita di raccogliere pioggia e cristalli e foglie gialle in caduta libera cercando la panchina ..

Capita di perdersi nei meandri delle speranze …..dove la fucsia ti avvolge di rosa..

ma nella notte di luna piena si scrivono le parole di vita vissuta che attraversano spazi di reconditi fruscii inalterati  e lune nuove respingono spine di rose senza profumo e tratteggiano percorsi obsoleti…

Ma io sono una rosa rossa che si arrampica tra i rovi delle more e ho un profumo che lascia la traccia delle memorie incantate della dama del lago che  scivola tra oli profumati di lavanda dove l’araba fenice  celebra la sua rinascita.

Da “Pensieri scomposti senza risposta

©Caterina Oddenino

(i miei pensieri sono un parto del mio cuore e me ne riservo i diritti..)

 

 

…eccomi alla soglia di un nuovo giorno, in un tempo e clima, che non sappiamo dove ci porta e la notte è fredda e ho scritto tante ore affossata nella carta e nell’inchiostro  e con le dita blu ed è una delle tante notti …

Ho scritto con la penna in fermento e pagine fitte di parole e pensieri e una storia di poesia che raccoglie un incanto di storie…e sono le parole della mia vita che hanno tradotto i miei pensieri, adagiandoli sulle  erbe odorose compagne di sorrisi e lacrime…

Scrivo tirando le fila …

Scrivo per me, ma forse un giorno racconterò al mondo le mie emozioni avvolte di papaveri e edere umide e raccolte in nastri di seta e mi hanno insegnato molto e molto arricchito e sono scivolate via dolcemente, sull’acqua del fiume che scende a valle…

 

L’alba rosarancio è alle porte e la verbena rossa apre le corolle appena un poco e la penna stanca riposa e fa freddo sul balcone.

La strada è silenziosa e il parco si sta stiracchiando incredulo e senza primavera, tra fiori stupiti e platani dagli occhi grandi e con tante domande a cui non so rispondere, accanto a lettere mai spedite.

Ma mi avvolgo di verde, afferrando le loro braccia secolari e solide e mi avvolgo di consapevolezza, per gestire la saggezza, la leggiadra e severa signora vestita di bianco, seduta sulla panca di pietra, accanto al lago.

Il silenzio è totale tra le acque del sogno e la maestosità degli alberi, mossi dal vento …

Spengo il lampione.

 

Se mai riuscirò a terminare questo libro…

Da “Pensieri scomposti senza risposta”

©Caterina Oddenino

 

Un tempo inquieto, all’ombra di un cactus, disegna la mia ombra; i miei pensieri distesi sulla sabbia calda, si addormentano stanchi, e il vespro si avvicina con la tenerezza di un fiordaliso di maggio, e mi porge la sera. rosata di sole freddo.

Da “I racconti di Morgana”

©Caterina Oddenino

 

 

 

Sono rimasta qui a guardare il tempo che passa,

e scivola il tempo sulla mia pelle,

e non lascia traccia, 

e raccolgo il sasso che mi osserva, 

e gli racconto la mia storia, che ondeggia tra verità e illusione,

e lei è lì, che spinge e gonfia il cuore come una polla gialla di Spino Santo…

lei, la lacrima.

 

Oggi è la luna nuova di Marzo che avvolge umori inconsistenti…

 

È la luna del poeta che naviga a vista,

è la luna della penna sull’acqua,

è la luna della  dolcezza che stringe il cuore,

è la luna del castello incantato,

e del camino accesso,

e della legna che scoppietta,

e dei tralci di vite sulle bifore,

e dell’amore che rende giustizia a se stesso.

 

Dov’è il mio dolore?....adagiato tra le tamerici,

e nella libertà senza prezzo,

e in quel punto del mondo dove si scioglie la tristezza, sciantosa

e conturbante

e profumata di viole in ombra,

e ondeggiante come una barca, ancorata sulla riva del fiume.

 

Eppur ti amo, a dispetto del sole e delle stelle e della lacrima.

 

Da “Pensieri d’amore e di vento, scritti sull’acqua”

©Caterina Oddenino

 

 

 

 


Vivo….
di pensieri ed immaginazione, liberi e imprevedibili, nel’incanto della vita, mentre cammino, mentre sto seduta, mentre guardo il cielo…
…e creo la mia leggenda …
E oggi è un altro giorno, tutto nuovo e per me e posso scegliere se essere felice oppure no…
Da “I racconti di Morgana”
©Caterina Oddenino

 

 

 

 

 

 

Era il giorno del riassetto dei cassetti e correva l’anno

della madragora  di addì 7 del mese della luna blu e

delle spighe indecise e lacastellana inquieta, s’aggirava

per le  stanze del castello,un occhio alle bifore e

al mare di zagare vestito

nell’alba dei mille destini 

e decise il riassetto dei cassetti.

 

Erano cassetti aviti e di legno spesso e capienti e ora

buttava veli e colori al vento e petunie appassite e

un abito da sposa mai usato e dei nastri verdi per capelli

e fiori per inanellare e  lo smeraldo della speranza e la

dama era inarrestabile e i cassetti, quasi un

cappello a cilindro, producevano manufatti e fiori e parole.

 

Volavano le sete ed era la festa del colore e  nel campo sotto le finestre si estese il disavanzo delle memorie di albe umide, tra caprifogli e felci e lumi appena spenti.

 

Gigli dagli occhi spalancati accolsero la danza delle inquietudini, arrotolata su rami  di acanto e il castello ora è vuoto …ognuno è rientrato nella propria favola senza tempo e la dama ora è sulla barca persa nella Nebbia, lo sguardo al castello sempre più piccolo.

 

Chissà dov’ è  Merlino…

 

 

L’aria è  fredda e pungente e si intravede l’isola.

La dama torna al suo lago,  sulle sponde dell'Isola Sacra di Avalon  dove vivono le sacerdotesse dagli abiti azzurri e dalla Luna tatuata sulla fronte…  e sono grappoli di stelle a segnare il sentiero verso dell'Isola Sacra di Avalon, verso l’armonia antica e il ridestarsi all’incanto, verso il sacro frutteto che vive dentro di noi, e che attende soltanto di essere scoperto.

Avalon è il nostro bosco incantato…

Lentamente le Nebbie si allontanarono e fu ancora alba e tramonto…
 

Da “Storie di verità e leggenda”

©Caterina Oddenino

(i miei pensieri sono un parto del mio cuore e me ne riservo i diritti..)

Sotto la luce del lampione ed è notte e guardo il cielo e osservo

lo scorrere della mia vita e mi avvolge il vento

della reminiscenz e sono flash tra un geranio

e l’altro che si illuminano nel buio, accostati

a una falce di una luna buia e sottile che sta

scomparendo.

Un petalo di gelsomino azzurro disegna una volute e

 

si appoggia sul tavolotto,   leggero come il fumo di una

sigaretta, e mi guarda tra le righe di scritti sparsi tra le

stelle e

memorie celate tra i rami del salice, detto

anche albero della luna.

Sfuggiti emozioni e affetti nella impazienza di

esistere e la notte ancor complice.

Che sarà ora, di questo mio giorno così diverso

da ieri per la consapevolezza che mi rende migliore?

Tendo le mani per afferrare vita, baciando la foglia di

platano che si sporge come una mano e, tutto d’un fiato,

scrivo sulla foglia di platano.

 

Scrivo sulla foglia di platano e l’affido al vento.

 

E ora, che sarà di un giorno di pioggia senza sole…

Aspetto che il sole faccia capolino e si, lo vedo che mi saluta da dietro a una nuvola, spessa e nera cha sa di pianto, ma è un saluto veloce e breve per dirmi che c'è, un pensiero tra le righe che non basta; vorrei che il sole mi parlasse e mi raccontasse di lui, della sua vita e di come passa il tempo ...
Ogni giorno vorrei parlare con il sole...
Ma tornerà il sole prima o poi?

 

Da “Pensieri scomposti, senza risposta.”

©Caterina Oddenino

(i miei pensieri sono un parto del mio cuore e me ne riservo i diritti..)

 

 

…eccomi alla soglia di un nuovo giorno, in un tempo e clima, che non sappiamo dove ci porta e la notte è fredda e ho scritto tante ore affossata nella carta e nell’inchiostro e con le dita blu ed è una delle tante notti …

Ho scritto con la penna in fermento e pagine fitte di parole e pensieri e una storia di poesia che raccoglie un incanto di storie…e sono le parole della mia vita che hanno tradotto i miei pensieri, adagiandoli sulle erbe odorose compagne di sorrisi e lacrime…
Scrivo tirando le fila …
Scrivo per me, ma forse un giorno racconterò al mondo le mie emozioni avvolte di papaveri e edere umide e raccolte in nastri di seta e mi hanno insegnato molto e molto arricchito e sono scivolate via dolcemente, sull’acqua del fiume che scende a valle…

 

L’alba rosarancio è alle porte e la verbena rossa apre le corolle appena un poco e la penna stanca riposa e fa freddo sul balcone.
La strada è silenziosa e il parco si sta stiracchiando incredulo e senza primavera, tra fiori stupiti e platani dagli occhi grandi e con tante domande a cui non so rispondere, accanto a lettere mai spedite.
Ma mi avvolgo di verde, afferrando le loro braccia secolari e solide e mi avvolgo di consapevolezza, per gestire la saggezza, la leggiadra e severa signora vestita di bianco, seduta sulla panca di pietra, accanto al lago.
Il silenzio è totale tra le acque del sogno e la maestosità degli alberi, mossi dal vento …
Spengo il lampione.

Se mai riuscirò a terminare questo libro…

Da “Pensieri scomposti senza risposta”
©Caterina Oddenino

 

al 10 luglio..

10 luglio 2014 alle ore 19.04

 

 

Buona giornata tentennante e psichedelica, dove si alternano luci e schiarite e io dovrei uscire e ho un sacco di cose da fare, ma sono stanchissima...

Aspetto ancora un pò;

Aspetto che il sole faccia capolino e si, lo vedo che mi saluta da dietro a una nuvola, ma è un saluto veloce e breve per dirmi che c'è, un pensiero tra le righe che non basta; vorrei che il sole mi parlasse e mi raccontasse di lui, della sua vita e di come passa il tempo ...
Ogni giorno vorrei parlare con il sole...
Ma tornerà il sole prima o poi?

 

 

 

©Caterina Oddenino

(i miei pensieri sono un parto del miocuore e me ne riservo i diritti..)

 

 

pensieri scritti di sera

11 aprile 2014 alle ore 8.30

 

 

Trasportata
dal vento, oggi, ho viaggiato a ritroso, racimolando l’abbraccio
dell’acqua e memorie recenti, filtrando con un setaccio di pollini
gialli, inquietudini e contraddizioni…

…ed è un giorno di
riflessione e non c’è contenimento nell’incanto di parole che sono
pezzetti di anima canalizzati da una spiga di grano che scorre sulla
carta...
..e i miei pensieri, ora, si adagiano sulla luna piena.

Da” Pensieri scritti di sera”
©Caterina Oddenino

 

Pensieri scritti sull'acqua alle ore 16.00 nel giorno della Luna Nuova di Marzo.

30 marzo 2014 alle ore 23.03

 

Sono rimasta qui a guardare il tempo che passa,

e scivola il tempo sulla mia pelle,
e non lascia traccia,
e raccolgo il sasso che mi osserva,
e gli racconto la mia storia, che ondeggia tra verità e illusione,
e lei è lì, che spinge e gonfia il cuore come una polla gialla di Spino Santo…
lei, la lacrima.

Oggi è la luna nuova di Marzo che avvolge umori inconsistenti…

È la luna del poeta che naviga a vista,
è la luna della penna sull’acqua,
è la luna della dolcezza che stringe il cuore,
è la luna del castello incantato,
e del camino accesso,
e della legna che scoppietta,
e dei tralci di vite sulle bifore,
e dell’amore che rende giustizia a se stesso.

Dov’è il mio dolore?....adagiato tra le tamerici,
e nella libertà senza prezzo,
e in quel punto del mondo dove si scioglie la tristezza, sciantosa
e conturbante
e profumata di viole in ombra,
e ondeggiante come una barca, ancorata sulla riva del fiume.

Eppur ti amo, a dispetto del sole e delle stelle e della lacrima.

Da “Pensieri d’amore e di vento, scritti sull’acqua”
©Caterina Oddenino

Oggi sono stata alla rocca di Gebel Tariq
e ho camminato tra la licnide, silente tormentosa,
e braccia di alberi secolari a picco sul mare,
per ritrovare la stella polare, che guida i marinai
tra le colonne, al limite estremo del mondo
tra Calpe e Abila,
dove era vietato il passaggio a tutti i mortali
e dove Ercole, che separò il monte in due parti
incise la scritta non plus ultra.
E siamo nello spazio senza confini
al punto del non ritorno
e capita che un istante ti catturi se posi lo sguardo sulla silente tormentosa dai

candidi petali dove il silenzio regala abbracci inquietosi accartocciati su

argania spinosa dalla folta chioma e
lunghe braccia
e il vento che soffia da ovest ha guidato le cicogne attraverso le nuvole.
Nella grotta di San Michele la penombra accompagna i pensieri e la

riflessione
e l'annullamento del Sé, appoggiata a un muro, a braccia conserte.

Dov’è la libertà, ormai ceduta al quotidiano.
Difficile restituire il significato originario e autentico alla parola libertà e ci è

concesso di scegliere…(l’albero non sceglie).
E ora il sasso mi invita ad attraversare le colonne.
E mi chiedo quale è il mio posto nell’universo.

Sto sul palco della vita in cerca di autore.

La libertà è un modo di vivere

Da “Pensieri scomposti senza risposta”
©Caterina Oddenino
(i miei pensieri sono un parto del mio cuore

e me ne riservo i diritti..

Oggi sono stata sull'isola di EA (da Eos, l'aurora), la magica isola di Circe.

E - Deve essere la luce, - - non vedi com'è strana?
e il merlo era comparso di nuovo e si avvicinava alla riva e la rotta per la libertà non percorre mari pacifici.

Questa atmosfera ovattata mi avvolge come una seconda pelle e rigenera petali appassiti adagiati su sassi di alabastro. 

L’ombra di Ulisse, prigioniero della perfida Maga mi tende le mani, ma le nuvole grigie lo rivestono di paura.

Nel silenzio di cielo e acqua, la magia dei fiori penetra anfratti oscuri e restaura vasi di cristallo laddove momenti di delusione e di tristezza  e di solitudine, di inquietudine   e di paura scivolano sinuosi tra le pieghe del mare, Ma questo è tutto ciò che sono. Momenti. E anche attimi di struggimento e di sconforto.

E supina sulla rena  di consapevolezze indossate, vigile e immune da persuasioni contingenti,  scopro  la bellezza di essere forte.

Sono quella a cui hanno rubato tutti i bagagli, e  il passaporto e sono quella che la vita ha steso nel fosso e  nonostante ciò cammino sulle acque  e trasformo gli eventi.

Da “Pensieri scomposti senza risposta.”

©Caterina Oddenino

(i miei pensieri sono un parto del mio cuore e me ne riservo i diritti..)

 

Lettera di una dama al suo cavaliere sofferente in guerra..…

13 agosto 2014 alle ore 0.12

 

 

Esiste un castello sul monte, protetto da un grande fossato

e immerso nei boschi e nel profumo delle zagare

 e il muro di cinta è  coperto di glicini.

La collina scende dolcemente verso il mare.

La dama, vestita di bianco, indugia dietro la finestra. Osserva le nuvole.

Ascolta la muta carezza del vento che accompagna un unico raggio disole.

Ascolta il silenzio in silenzio, mentre gli occhi siimmergono nell’orizzonte

e i pensieri, come farfalle…verso un cavaliere…

E pensierosa e si avvia verso lo scrittoio, gli occhi al mare, come in attesa..

 

 

"Mio amato, mio signore

mi accingo a scrivere e  faccio la punta alla spiga di grano e scrivo

su petali di calla

e ricordo, ormai lontani, giochi e parole e risate scorreretra le spighe,

laddove la stagione facesse fiorire labella rosa dal delicato colore rosso.

Ancora una spiga per scrivervi ...

e apro lo scrigno e miavvolgo dei vostri pensieri e leggo gli incantati timori…

 

Ora vorrei salire su una foglia e navigare fino a voi

e fugare le nuvole che vi avvolgono

come veli invisibili

e prego perché voi possiate  trovare la forza di volare sulle ali della libertà,

e le mie parole suoneranno vuote,

se non sarete voi  ad ascoltarle

e intanto le nostre anime parlano, in un silenzio senza fine.

 

Traccio un sentiero nel cielo, coperto di nuvole grigie,

e lo coloro di azzurro per indicarvi la via del ritorno,

per ritrovare quella complicità distesa tra le viole, divenuta mancanza.

E voi ben sapete che il cuore è  il "dittator", che ispira le rime d'amore.

 

Mio diletto,

le contese d’arme e d’amore sono ormai  compiute

e musica e guerra, echi di battaglia e cavalleresche

ed epiche gesta  hanno fatto il loro tempo.

Ora sono gli eserciti colorati di giallo e nero e vanesi,

che sfilano nel crepuscolo di un'epoca

e nell'illusione di guerre cavalleresche e di breve durata.

 

Aggiungo soltanto che un uomo di Guerra,

che la Guerr al'ha vissuta davvero, non rifugge gli affetti,

ma li accoglie a braccia aperte, e la sua umanità

lo sospinge ad unirsi alla persona amata.

Se solo voi mi permetteste di farvi vedere

in quale Inganno vi siete imbattuto,

sapreste riconoscerli da domani in poi i veri uomini di Valore,

quelli che hanno  rispetto per le altrui vite.

 

E voi prendete le ali del coraggio e lasciatevi  alle spalle i cieli grigi

e seguite la  mulattiera della speranza

e confidate nel mio appoggio e fidatevi della mia riservatezza,

che capoleggia timida tra le edere umide

della vostra tristezza.

Un cavaliere errantesenza amore è come un albero spoglio di fronde.

 

Qui al castello la vita prosegue come sapete,

come ricordate e nelle sale si aggira la vostra ombra.

E il vostro profumo.

Passeggio nel nostro bosco e ascolto l’eco,

scrutando l’orizzonte …

e mi siedo sulla panca, accanto all’ostello,

lo scoiattolo ai miei piedi e alberi secolari a guardia dei miei pensieri.

 

Non temete, mio signore, le maschere di argilla

che usano le ombre per intimorire e soggiogare

e trattenere i cavalieriin guerra

e il dolore e la menzogna così grandi che vi tengono prigioniero

e che affliggono i vostri giorni, non mi permettono di voltarvi le spalle.

 

Incamminatevi verso il cielo senza voltarvi indietro…

Non importa se siete in guerra con il mondo o con voi stesso.

Riappacificatevi con entrambi e ritrovate il vostro senno.

No, non saranno le paure e le distanze a perderci. La riva non è così lontana.

 

Mio cavaliere

il vostro castello vi attende, qui, dove non ci sono nuvole.

 

Questa lettera navigherà racchiusa nella bottiglia delle mie speranze,

attraverso i mari,

affinché voi possiate raccoglierla ….

 

Vostra per sempre…

 

 Ser Brunetto Latini vi saluta."

 

 

La castellana arrotolò la lettera,
la sigillò con la ceralacca
e vi appose le sue iniziali.
La legò con un nastro di seta rosso
e la chiuse in una bottiglia di profumo
e l’affidò al mare.

 

Da “I racconti di Morgana”
© Caterina Oddenino
(i miei pensieri sono un parto del mio cuore e me ne riservo i diritti..)

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrare in uno spirito di libertà, per tornare ai primordi e conoscere la sopravvivenza di un popolo di fate che albergano sulla mia pelle danzando con il velo dei miei pensieri.
Ho raccolto un sasso l’ho guardato e salutato e l’ho deposto a lato della strada a memoria di un passato.
Ora mi siedo all’orizzonte e scruto.

Scruto l’orizzonte
Senza voli di rondine
Senza primavera nè estate
E l’autunno avvolge foglie rosse
in attesa di caduta.

Ritrovare me stessa a correre tra i pruni per disegnare la vita.
E fare la differenza.
E definire i contorni del mosto selvatico.

C’era una poesia che si chiamava “la strada che non ho preso” di Robert Frost, lui conclude la poesia in questo modo:
…due vie si biforcavano in un bosco e io…io presi quella meno battuta.
E questo, solo questo fece la differenza.

Da"Pensieri scomposti senza risposta"
©Caterina Oddenino

Non so cosa scrivere.
Una penna senza inchiostro giace tra carte riciclate. Umide.
Nel silenzio della notte si trascinano piedi scalzi e infreddoliti.
E il lampione è spento.
Scrivo per me.
Per dare spazio alla mia anima in cerca di cielo
e stretta tra le maglie dei rampicanti verdi.
Analisi speculari di specchi opachi rimandano
immagini illusorie di speranze arrese.
E il lampione è spento.
Tenue, la luce della luna, argenta la notte silenziosa.
Nemmeno un fruscìo.
I platani dagli occhi chiusi, sognano primavera
e il cuore si espande raccogliendo il profumo dell’universo,
nella consapevolezza di essere identità perenne
offerta su un altare di grazia.
Cammino senza voltarmi indietro abbracciando sterlizie.
Cammino cercando la verità tra le pieghe della mia vita.
Cammino tra rovi immateriali senza ferirmi. Al di sopra delle nuvole.
Cammino con te, compagno di oggi,
avviluppata sui petali della corrispondenza e
domani chissà dove mi porta il vento.

 

Lascio brillare le stelle e raccolgo la luna.
Me stessa sempre e comunque.

Da “Pensieri scomposti senza risposta”
©Caterina Oddenino

 

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tra verità e leggenda

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